Le imprese e i titolari di una partita IVA, come i liberi professionisti, possono ottenere la detrazione IVA sul carburante, come ad esempio avviene nel caso di acquisto di benzina, gasolio e altri materiali.
Per poter ottenere lecitamente questi benefici fiscali, è tuttavia fondamentale che il pagamento avvenga solo ed esclusivamente con mezzi tracciabili, contrariamente a quanto era possibile fare fino a pochi anni fa, quando si potevano portare in detrazione anche i pagamenti di carburante effettuati in contanti, a patto che fossero riportato manualmente sulla scheda carburante.
Le cose sono tuttavia cambiate con l’avvento della l. n. 205 del 27 dicembre 2017, che ha di fatto decretato l’abolizione della scheda carburante, introducendo invece l’obbligatorietà della fattura elettronica per poter certificare le spese sostenute per l’acquisto del carburante.
Cerchiamo di scoprirlo in maniera più approfondita.
Quali mezzi di pagamento usare per detrarre l’IVA carburante
Per poter detrarre l’IVA sulle spese del carburante, i titolari di partita IVA, i profesisonisti e le imprese, devono obbligatoriamente utilizzare uno dei seguenti mezzi di pagamento:
- Assegni bancari e postali, circolari e non, ma anche vaglia cambiari e postali
- Bonifici bancari o postali
- Addebito diretto in conto corrente
- Carte di credito
- Carte di debito
- Carte prepagate
Altri strumenti di pagamento elettronico, che consentano anche l’addebito su conto corrente (ad esempio le app di mobile payment).
Ne deriva he, come abbiamo già avuto modo di sottolineare qualche riga fa, gli acquisti di carburante effettuati in contante non danno diritto alla detrazione IVA e alla deducibilità dei costi.
Sono peraltro esclusi da tali obblighi i consumatori privati e le spese che sono sostenute per altri tipi di carburanti, come ad esempio i carburanti per la nautica, o ancora i gruppi elettrogeni.
Quanta IVA si può detrarre per il carburante?
Per quanto concerne la detrazione IVA carburante, la percentuale è del 40% nel caso di veicoli ad uso promiscuo, e del 100% in caso di veicoli ad uso esclusivo per l’attività aziendale.
Al di là di queste percentuali, esistono però alcuni casi piuttosto specifici:
- Veicoli aziendali concessi a dipendenti deducibili al 70%
- Veicoli concessi ad agenti e rappresentanti deducibili all’80%
- Veicoli ad uso pubblico deducibili al 100% con l’esclusione dai limiti di detraibilità per Taxi, Scuole guida, Attività di leasing e noleggio, Agenti di commercio,
Detrazione IVA carburante per forfettari
I titolari di Partita IVA con il regime forfettario, le start-up e i professionisti, il cui reddito dell’anno precedente non superi i 65.000 euro, possono usufruire di una flat tax pari al 15%. Per loro non è dunque possibile portare in detrazione l’IVA sul carburante, considerato che una delle caratteristiche di questo regime fiscale è proprio legato alla possibilità di agire in maniera forfettaria, senza che il proprio onere fiscale possa essere abbattuto parzialmente mediante il ricorso a detrazioni e deduzioni.
Naturalmente, l’adozione di questo regime non è obbligatoria, ma rimane una semplice facoltà in capo al contribuente. Tuttavia, i vantaggi di questo tipo di regime fiscale sono mediamente molto elevati e, comunque, difficilmente compensabili dalla possibilità di poter portare in detrazione l’imposta sul valore aggiunto legata ai carburanti utilizzati per i veicoli ad uso promiscuo o a quelli per uso esclusivo aziendale.
Conclusioni
In questa mini guida abbiamo cercato di comprendere quali siano le caratteristiche della detrazione dell’IVA sul carburante, e abbiamo anche capito quanta quota dell’imposta sul valore aggiunto sia possibile portare in detrazione.
Naturalmente, se desideri saperne ancora di più su questo tema, ti consigliamo – e lo facciamo anche nei confronti dei nostri lettori – di approfondire attraverso il tuo commercialista o, se preferisci, consultando l’area dell’assistenza sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, alla quale sarà possibile inoltrare una propria specifica richiesta di consulenza.