Come è possibile fare un ricorso per guida in stato di ebrezza?
La domanda è piuttosto comune. E fermo restando che è evidentemente sbagliato mettersi alla guida da ubriachi e, più generalmente, oltre le soglie consentite dalla legge, di seguito possiamo cercare di fare il punto sulle modalità a disposizione di ciascuno per poter cercare di ottenere ragione dopo aver subito una multa per guida in stato di ebrezza.
Le multe per guida in stato di ebrezza
Cominciamo con il sintetizzare che la multa per guida in stato di ebrezza scatta quando si superano i massimi consentiti dalla legge. Legge che, ben inteso, stabilisce diverse soglie di gravità dell’ebrezza, in maniera tale da non sanzionare allo stesso modo il soggetto che “sconfina” di poco rispetto alle proprie soglie, e quello che invece esagera molto di più.
Possiamo così individuare tre diverse soglie:
- tra 0,5 e 0,8 grammi per litro di sangue, con sanzione amministrativa da 532 a 2.127 euro e sospensione della patente da 3 a 6 mesi;
- tra 0,8 e 1,5 grammi per litro di sangue, con sanzione amministrativa da 800 a 3.200 euro, oltre a sospensione della patente da 6 mesi a 2 anni, e arresto fino a 6 mesi;
- oltre 1,5 grammi per litro, con sanzione amministrativa da 1.500 a 6.000 euro, oltre alla sospensione della patente da 1 a 2 anni, sequestro preventivo del mezzo, confisca del veicolo, arresto da 6 mesi a 1 anno.
Le cose sono un po’ più gravi per i neopatentati, ovvero per coloro che hanno conseguito una patente da meno di tre anni. Per costoro, infatti, la tolleranza è zero. Dunque, anche sotto quota 0,5 grammi per litro i neopatentati possono essere soggetti a sanzioni amministrative, da 155 a 524 euro, con raddoppio nel caso in cui il conducente abbia provocato un incidente stradale.
Il ricorso contro le multe per guida in stato di ebrezza
Come abbiamo sottolineato qualche riga fa, le sanzioni per chi guida in stato di ebrezza possono essere anche particolarmente salate e, proprio per questo motivo, è fondamentale evitare di sottovalutare le conseguenze.
L’automobilista sanzionato può proporre un ricorso contro la multa per guida in stato di ebrezza se ha in mano i risultati del test dell’etilometro, per ottenere i quali deve rivolgersi al giudice di pace entro 30 giorni. A quel punto, il giudice di pace territorialmente competente (è quello del luogo in cui il conducente è stato fermato e sottoposto al test), potrà disporre la consegna dei risultati del test all’automobilista.
Fatto ciò, ci sono diversi scenari. Il principale motivo di ricorso è quello dell’automobilista che cerca di spiegare che il suo stato di ebrezza non è equivalente allo stato di ubriachezza, sottolineando – forte di diverse sentenze di Cassazione – che solamente un personale sanitario può distinguere tali stati, e che la differenza tra ebrezza e ubriachezza ha conseguenze particolarmente importanti, perché nel primo caso l’infrazione non avrebbe risvolti penali e prevederebbe sanzioni meno pesanti.
Partendo da ciò, e dietro supporto di un consulente legale, il conducente potrà pertanto domandare l’annullamento della sospensione della patente stabilita dal prefetto, fino alla sentenza del giudice penale.
Un’altra possibilità rimessa in capo al conducente è quella di fare un ricorso per guida in stato di ebrezza per difetto dell’etilometro. Come tutti i dispositivi elettronici, infatti, anche l’etilometro necessita di una manutenzione e di una taratura periodica, perché altrimenti potrebbe finire con l’essere soggetto ad errori che potrebbero potenzialmente portare all’invalidamento dell’alcol test.
Naturalmente, ogni automobilista dovrà far valutare il caso concreto dal proprio avvocato di fiducia, considerate le tante sfaccettature di ogni fattispecie, e la difficoltà di effettuare delle sintesi sul tema.