Sono molti gli italiani che decidono di immatricolare l’auto all’estero per sfuggire al redditometro, al superbollo e/o risparmiare sull’RC auto. Le nazioni più quotate per immatricolare l’auto all’estero sono la Germania e i Paesi dell’Est, in questi ultimi, in particolare, l’assicurazione ha costi minimi anche se i problemi sono davvero numerosi in caso di incidenti, in questo caso sarà necessario scegliere un’assicurazione autorizzata o operare sul territorio italiano.
Nel web centinaia di siti spiegano come immatricolare l’auto all’estero, si tratta quindi di una tecnica portata avanti alla luce del sole e stando alla procedura, non è necessario neanche portare fisicamente l’auto all’estero ma bastano solo i documenti.
Tale operazione, stando a ciò che segnala il Sole 24 Ore, secondo l’agenzia delle Entrate non va neanche segnalata (risoluzione 344/E del 5 agosto 2008). Chi è a caccia di pro e contro circa l’immatricolazione di auto all’estero ben preso incapperà nell’articolo 132 del Codice della strada che consente ai veicoli con targa e carta di circolazione straniera di restare in Italia al massimo per un anno. Per ovviare a questo problema bisognerà pagare una targa provvisoria tedesca che non comporta l’emissione della carta di circolazione e si rinnova ogni 12 mesi.
Immatricolare un’auto all’estero, controindicazioni
Nei paesi dell’Est un’auto di lusso è esente da superbollo e per assicurarla basterebbero 800 euro all’anno (parliamo di un’auto sportiva da 270 cavalli). I “contro” sono legati tutti all’articolo 132 del Codice della Strada* ma non solo: per assicurare un’auto all’estero bisogna intestare la vettura a un’agenzia intermediaria o a un residente nella nazione in cui la vettura sarà immatricolata, così l’auto diventa immediatamente di seconda mano.
Se si vuole attuare questo escamotage per sfuggire al superbollo (che dal 2015 sarà quasi sicuramente annullato) o alle RC auto troppo costose (che però tutelano l’automobilista in caso di incidente) si dovrà accettare un grosso compromesso: la svalutazione della vettura. In caso di vendita, la vettura risulterà già di seconda mano perché sarà necessario operare un passaggio di proprietà intestando il veicolo a un residente all’estero.
Dopo aver immatricolato l’auto all’estero sarà necessario provvedere alla radiazione della vettura. Con la “Cessazione della circolazione per esportazione” cessa l’obbligo di pagamento del Bollo auto. La richiesta di radiazione per esportazione può essere presentata solo dopo che il veicolo è stato trasferito all’estero e immatricolato con nuove targhe straniere.
Immatricolare un’auto all’estero, l’Articolo 132 del Codice della Strada
*Articolo 132 del Codice della Strada
Stando ai fatti non vi sono controlli effettivi da parte delle forze dell’Ordine in quanto non è semplice calcolare il periodo di permanenza di un mezzo in Italia. Se il mezzo doveva espletare obblighi doganali, farà ovviamente fede la data della pratica ma quando si va a immatricolare un’auto all’estero, intestandola a un’intermediario residente nel paese di nuova immatricolazione, la vettura circola in Italia liberamente, come se il proprietario fosse in libera visita. In questi casi, accertare l’infrazione prevista dall’Articolo 132 del Codice della Strada è difficile.
In alcune nazioni UE vengono fatti appostamenti con foto periodiche delle targhe straniere per verificare la permanenza o meno del mezzo sul territorio, ma questo controllo non avviene attualmente in Italia. L’articolo 132 potrebbe essere valido a seguito di due registrazioni in un anno del vostro nome a un posto di blocco, a seguito a più multe… ma anche in questi casi, il veicolo potrebbe essere uscito e rientrato in Italia nel frattempo.
Assicurare un’auto all’estero
Affinché la polizza assicurativa sia valida e non avere problemi in caso di sinistri, la compagnia estera deve essere autorizzata a operare sul territorio Italiano. Esiste una apposita lista sul sito della IVASS (ex ISVAP), che vi invitiamo a consultare.