Anche se non tutti i motociclisti amano questa funzionalità, è evidente che negli ultimi anni sempre più produttori di due ruote abbiano compiuto passi da gigante nei confronti delle moto con cambio automatico, permettendo a tutti coloro i quali desiderano una guida più semplice di poter apprezzare questa innovazione tecnologica.
Si tratta, peraltro, di una innovazione piuttosto recente e ancora di nicchia. Contrariamente a quanto avviene con le auto, un settore dove questa tecnologia è a maggiore diffusione, le moto con cambio automatico sono ancora una “rarità”, e faticano a farsi apprezzare dai centauri.
Honda con cambio automatico
In questo senso, giova subito ricordare che una delle compagnie più attive nel comparto sia sicuramente Honda. Ma attenzione: anche se Honda è sempre più protagonista di questo scenario, in realtà non è stata la prima società motociclistica a sperimentare queste innovazioni: il “record” storico si deve infatti all’Aprilia Mana 850, che nel “lontano” 2007 fu la prima moto a proporre un cambio automatico che, a quanto pare, non sembra esser stato di gradimento a un’ampia platea di persone.
Qualche anno più tardi fu dunque la volta di Honda a puntare sul cambio automatico sulla propria moto. La casa giapponese ha dunque proposto una vera e propria gamma di moto con trasmissione automatica, nella speranza di poter conquistare la domanda latente.
Ebbene, quei tentativi ebbero successo, almeno in parte. Anche se non tutti continuano ad apprezzare tale ritrovato, la casa giapponese a più riprese dichiara che una fetta crescente di motociclisti si stia avvicinando alle moto con cambio automatico, e che questa passione sembra interessare anche e soprattutto il mercato europeo, mentre altrove vi è ancora una maggiore timidezza nello sposare la trasmissione automatica delle marce.
Quali sono i tipi di cambio automatico per le moto
A questo punto può essere utile compiere un piccolo “richiamo tecnico” a quelle che sono le varie tipologie di cambio automatico per le moto.
Tra le varie tecnologie vi è ad esempio quella brevemente conosciuta come CVT, o Continuously Variable Transmission, in cui la variazione del rapporto è teoricamente infinita, ma limitata comunque dal produttore tra un minimo e un massimo. Di norma è questa la tipologia di cambio automatico preferita dalle case motociclistiche asiatiche, e in particolar modo da quelle giapponesi e coreane.
Abbiamo poi il cambio automatico c.d. DCT, Dual Clutch Transmission, un cambio sequenziale che ha una doppia fruizione e che è stato sperimentato per la prima volta dalla Honda.
La Honda ebbe infatti modo di testare questa tecnologia di cambio sulla sua VFR1200F da 173 CV, per poi evolverla in una seconda generazione nel 2012 (la prima generazione di questo cambio automatico fu del 2010).
La soluzione di Honda è tecnicamente “ibrida”. In sostanza, la moto usa due frizioni: la prima per il primo, il terzo e il quinto rapporto; la seconda per il secondo, il quarto e il sesto rapporto. In questo modo è resa possibile la preselezione della marcia successiva grazie alla frizione in quel momento non utilizzata, al fine di offrire cambi di marcia piuttosto rapidi, inferiori ai 100 millisecondi.
Con il passare degli anni Honda perfezionò ulteriormente questa modalità di cambio automatico predisponendo tre diverse tipologie di utilizzo: quella manuale, con la gestione del cambio affidata al conducente, tramite le consuete palette dietro il manubrio; la drive, per i percorsi in città o in autostrada; la sport, che tiene invece più elevato il regime del motore, per una guida “più aggressiva”.
A sua volta, con l’ultima innovazione del 2016, questa modalità è stata declinata su tre livelli distinti, S1, S2 e S3, con memorizzazione di selezione. Le modalità drive e sport possono essere disattivate dal pilota con le palette del cambio manuale.