Il filtro antiparticolato (DPF o FAP, a seconda del tipo di tecnologia utilizzata) è un componente fondamentale nei moderni motori diesel, progettato per ridurre le emissioni di particolato e garantire il rispetto delle normative ambientali.
Tuttavia, con il tempo e l’uso, questo filtro tende ad intasarsi, causando problemi di prestazioni e, in alcuni casi, gravi malfunzionamenti del motore.
Per risolvere o prevenire questi inconvenienti, molti automobilisti ricorrono agli additivi per DPF, prodotti chimici pensati per facilitare la rigenerazione del filtro e mantenerlo pulito.
Ma questi additivi funzionano davvero? Sono sempre efficaci o ci sono casi in cui non servono?
E soprattutto, esistono alternative migliori per la pulizia e il mantenimento del filtro antiparticolato?
Scopriamo quando gli additivi possono essere utili, quando invece risultano inefficaci e quali sono le altre soluzioni disponibili per evitare costose riparazioni e garantire il corretto funzionamento del DPF.
Perché gli additivi non funzionano sempre?
Gli additivi per il DPF sono progettati per migliorare la combustione del particolato all’interno del filtro, abbassando la temperatura necessaria per la rigenerazione e facilitando la pulizia del sistema di scarico.
In teoria, questi prodotti dovrebbero prevenire l’accumulo di residui e mantenere il filtro efficiente più a lungo. Tuttavia, la loro efficacia dipende da diversi fattori e non sempre offrono i risultati sperati.
Uno dei principali problemi è legato allo stato di intasamento del filtro. Se il DPF è leggermente ostruito e il veicolo viene utilizzato regolarmente per percorsi lunghi a velocità costante, l’additivo può aiutare a completare la rigenerazione.
Ma se il filtro è già troppo intasato, con una percentuale elevata di residui solidificati, l’additivo potrebbe non essere sufficiente a risolvere il problema e potrebbe essere necessaria una pulizia più approfondita o addirittura la sostituzione del componente.
Un altro fattore cruciale è lo stile di guida. I veicoli diesel dotati di DPF necessitano di percorsi extraurbani a velocità sostenuta per garantire la rigenerazione automatica del filtro.
Se l’auto viene utilizzata prevalentemente per brevi tragitti urbani, anche l’uso regolare di un additivo potrebbe non bastare a prevenire l’accumulo di particolato.
Infine, non tutti gli additivi sono uguali. Sul mercato esistono prodotti di qualità superiore e altri meno efficaci. Alcuni additivi sono progettati per essere aggiunti direttamente nel serbatoio del carburante, mentre altri devono essere versati nel filtro stesso.
La loro composizione chimica varia e, in alcuni casi, un utilizzo improprio potrebbe persino peggiorare il problema, formando residui indesiderati all’interno del sistema di scarico.
Quando usare l’additivo per il FAP
Nonostante le limitazioni, esistono situazioni in cui gli additivi per il DPF possono risultare utili e contribuire a mantenere il filtro pulito ed efficiente. L’uso di questi prodotti è consigliato soprattutto in fase preventiva, per evitare che il filtro si intasi e per facilitare la rigenerazione naturale.
L’ideale è utilizzare l’additivo quando il filtro è ancora in buone condizioni, seguendo le raccomandazioni del produttore del veicolo e quelle indicate sulla confezione del prodotto.
In genere, gli additivi sono efficaci quando vengono impiegati con regolarità e abbinati a una guida adeguata, che includa percorrenze extraurbane a regimi di giri sufficientemente elevati per favorire la rigenerazione.
Un’altra situazione in cui l’additivo può fare la differenza è nei casi di intasamento lieve o moderato, quando il filtro non è completamente ostruito e la spia del DPF si accende occasionalmente. In questi casi, versare l’additivo nel serbatoio e percorrere almeno 20-30 km a velocità sostenuta può aiutare a completare la rigenerazione.
L’uso dell’additivo può anche essere utile dopo una pulizia forzata del DPF, per mantenere il filtro efficiente più a lungo e ridurre la formazione di residui. Alcuni prodotti, infatti, contengono agenti chimici che impediscono la formazione di depositi carboniosi, contribuendo a prolungare la vita del filtro.
Quando il filtro è già molto intasato, con accumuli solidificati che impediscono il normale passaggio dei gas di scarico, l’additivo non sarà sufficiente e potrebbe essere necessario un intervento meccanico per la pulizia o la sostituzione del componente.
Alternative agli additivi
Se l’additivo per il DPF non è sufficiente o si vuole optare per un’alternativa più efficace, esistono diverse soluzioni per mantenere il filtro antiparticolato pulito e funzionante.
Una delle migliori strategie è la rigenerazione attiva forzata, una procedura che può essere effettuata in officina tramite diagnostica elettronica. Questo processo utilizza temperature elevate per bruciare il particolato accumulato e può essere utile quando la rigenerazione naturale non riesce a completarsi.
Un’altra opzione è la pulizia professionale del filtro DPF, un trattamento che utilizza tecnologie come la pulizia a ultrasuoni o il lavaggio con liquidi detergenti ad alta pressione.
Questi metodi sono particolarmente efficaci nei casi di intasamento severo, permettendo di ripristinare il filtro senza doverlo sostituire.
Per chi vuole prevenire il problema a monte, lo stile di guida gioca un ruolo fondamentale. Evitare brevi tragitti cittadini e percorrere regolarmente strade extraurbane o autostrade a velocità costante consente alla centralina del veicolo di attivare la rigenerazione automatica, riducendo il rischio di intasamento.
Esistono anche soluzioni software, come la rimappatura della centralina, che possono ottimizzare la gestione della rigenerazione del DPF, riducendo la necessità di interventi frequenti. Tuttavia, questa operazione deve essere effettuata solo da professionisti qualificati e nel rispetto delle normative sulle emissioni.
Nei casi più estremi, quando il filtro è completamente ostruito e non è possibile recuperarlo con la pulizia, l’unica soluzione rimane la sostituzione del DPF, un intervento costoso ma necessario per garantire il corretto funzionamento del motore e il rispetto delle normative ambientali.
Gli additivi per il DPF possono essere un valido aiuto per mantenere pulito il filtro antiparticolato, ma non sempre rappresentano la soluzione definitiva. Se usati correttamente, in fase preventiva o in caso di intasamenti lievi, possono facilitare la rigenerazione e prolungare la vita del filtro.
Tuttavia, quando il DPF è già gravemente ostruito, l’additivo potrebbe non bastare e sarà necessario ricorrere a interventi più approfonditi, come la pulizia professionale o la rigenerazione forzata.
Per evitare problemi, è fondamentale seguire una corretta manutenzione del veicolo, adottare uno stile di guida adeguato e scegliere prodotti di qualità.
Il DPF è un componente essenziale per ridurre le emissioni e preservare le prestazioni del motore, quindi mantenerlo efficiente nel tempo è la chiave per evitare guasti costosi e garantire un’auto sempre in perfetta efficienza