In questa pagina vi spiegheremo come funziona il cambio automatico, cioè quale meccanismo di funzionamento regola la trasmissione automatica dei rapporti di guida. Se state cercando delle guide per capire come usare il cambio automatico o come guidare la macchina con cambio automatico, vi rimandiamo ai rispettivi articoli:
– Come guidare con il cambio automatico
– Come guidare una Smart con cambio automatico
– Guida con cambio automatico, le istruzioni
La diffusione del cambio automatico risale agli inizi degli anni ’40 quasi esclusivamente negli Stati Uniti. Solo in secondo momento il cambio automatico si è diffuso in Europa e, più timidamente, in Italia. Vi farà piacere sapere che, nonostante la sua principale diffusione negli USA, il primo brevetto di un cambio automatico progressivo di velocità è stato registrato proprio in Italia nel 1931 da Elio Trenta di Città della Pieve.
Il primo cambio automatico, chiamato Hydra-matic, era a soli quattro rapporti e senza frizione. Sui primi modelli (sulle vetture Oldsmobile del 1940), il cambio automatico era offerto in optional a soli 57 dollari. Il cambio automatico idraulico fu introdotto nei primi anni Cinquanta dalla General Motors, Chrysler e Borg-Warner.
Il cambio automatico più diffuso è quello a rotismi epicicloidali. Il cambio automatico a rotismi epicicloidali è molto semplice in quanto, il gruppo di sistemi epicicloidali posto in serie riesce a cambiare le marce (i rapporti) agendo direttamente sui freni che a loro volta agiscono -a seconda dei casi- sulla corona, sul pignone o sul portasatelliti.
Anche in questo caso si parla di cambi automatici idraulici in quando la variazione della marcia è resa possibile sfruttando la pressione di un fluido in un circuito idraulico azionato da un rilevatore di velocità finale o da altri rilevatori che monitorano il carburante, il carico o la pendenza del tracciato.
Come funziona il cambio automatico
Una trasmissione automatica con cambio a rotismi epicicloidali idraulico è generalmente costituito da tre componenti: un convertitore di coppia, il vero e proprio “cambio”, dispositivo a rotismi epicicloidali che costituisce la parte principale del cambio automatico e un attuatore che assolve il compito di “quartier generale” di tutto il sistema.
Nel modello tradizionale, l’attuatore è composta da un sistema idraulico in cui un fluido in pressione è immesso da una pompa azionata dall’albero di ingresso. L’impianto idraulico è affiancato da un sistema di valvole premute da molle.
Le valvole elaborano la pressione della pompa e la pressione di uno o più rilevatori (quelli citati in precedenza) per determinare il rapporto da inserire. In molti cambi automatici moderni, è un microprocessore ad azionare le valvole con l’aiuto di attuatori elettromeccanici.