Come funzionano le targhe italiane: i criteri di assegnazione delle nuove targhe auto, dall’anno di immatricolazione alla diffusione dei codici alfanumerici.
LaTuaAuto ti spiegherà la logica della numerazione delle targhe auto: con che criterio si assegnano i codici alfanumerici che compongono le nuove targhe?
Come funzionano le targhe italiane? La storia
La storie delle targhe automobilistiche in Italia risale alla seconda metà del 1800. A imporre l’obbligo di adottare la cosiddetta targa è stato il Regio Decreto del 16 dicembre 1897. In passato, le targhe auto “funzionavano” in modo del tutto differente, ti basterà pensare che nel 1898 il Comune di Milano promulgò un regolamento che imponeva agli automobilisti di riportare il nome del proprietario e il numero di licenza comunale sulla fiancata del veicolo.
Una disposizione più vicina al criterio attuale di assegnazione delle nuove targhe auto fu emanata nel 1901. Il Regio Decreto del 28 agosto 1901 n° 416 prescriveva l’obbligo della targa da a realizzarsi a opera e a spese del proprietario; la targa in questione doveva essere in metallo e riportare, per esteso, il nome della provincia di residenza il numero di licenza. L’evoluzione delle targhe auto italiane non finisce qui, in secondo momento, a ogni provincia fu assegnato un codice numerico e così dalle targhe sparirono le lettere per poi riapparire con le riforme volute da Mussolini.
Le varie modifiche subite dal regolamento sulle targhe non intaccavano solo il criterio di assegnazione del codice alfanumerico, riguardavano, inoltre, la forma, così nella storia si sono susseguite targhe auto in plastica, in metallo, con scritta bianca su fondo nero, con scritta arancio e bianco su fondo nero, con scritta nera su fondo bianco…. Sebbene le targhe delle auto siano nate nel XIX secolo, l’attuale forma e criterio di assegnazione è piuttosto giovane ed è stata definita tra il marzo del 1994 e il settembre del 1999.
Come vengono assegnate le targhe auto
La numerazione delle targhe auto non è così complessa come sembra, è molto pratica e facile da capire. Per comprendere come funzionano le targhe auto italiane basterà partire dal presupposto che per motivi di spazio e leggibilità non è possibile usare più di 7 caratteri. Assegnare le auto con numeri progressivi sarebbe stato un grosso limite in quanto sarebbero potute circolare solo 9.999.999 automobili. Per queste ragioni è stata adottata una sequenza di 2 lettere, 3 caratteri numerici e altre 2 lettere.
La prima targa della storia, con questo criterio, segnalava AA 000 AA, la seconda AA ooo AB, la terza AA 000 AC e così via fino ad arrivare a AA 000 AZ per poi modificare i primi caratteri e arrivare a AB 000 AA e così via.
Dell’alfabeto si usano soltanto 22 lettere, sono state escluse le vocali I, U e O e la consonante Q perché facilmente confondibili con altre cifre. Con l’attuale criterio di numerazione è possibile assegnare targhe a ben 134.256.000 automobili.
Molti affermano di poter capire l’anno di immatricolazione in base alla sigla della targa. Che legami c’è tra l’anno di prima immatricolazione e l’assegnazione della targa? Come premesso il criterio di assegnazione delle targhe si basa su combinazioni progressive e quindi già a una prima occhiata è possibile farsi un’idea orientativa sull’anno di immatricolazione, tuttavia, chi vuole certezze può sfruttare il tool sul calcolo bollo d’auto per capire esattamente l’anno di immatricolazione del veicolo.
Inserendo la targa dell’auto nel tool del servizio per calcolare il bollo auto e avviando il calcolo si potrà sapere con esattezza mese e anno di immatricolazione a partire dalla targa. Se ciò non dovesse ancora bastare, è possibile risalire ai dati del proprietario di un’auto a partire proprio dalla sua targa.
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