Scegliere di guidare un’auto elettrica significa, in primis, risparmiare sui costi di gestione e avere un minor impatto sul portafogli per il rifornimento di carburante.
Tra i vari motivi che spingono gli automobilisti a passare alla guida sostenibile in elettrico, spicca sicuramente il costo minore legato ai rifornimenti, senza nulla togliere all’obiettivo principale di salvaguardare l’ambiente e di ridurre l’inquinamento.
Se si sceglie di ricaricare l’auto presso la propria abitazione, si potrà spendere una cifra variabile in base al prezzo del proprio contratto di fornitura. Dato che non tutti i fornitori di energia applicano la stessa tariffa e non tutti i contratti sono uguali, bisogna considerare il prezzo dell’energia in aggiunta alle varie fasce orarie eventualmente incluse nel proprio contratto di fornitura.
La formula da tenere a mente per calcolare il costo delle ricariche è molto semplice: il consumo dell’auto in kWh/100km deve essere moltiplicato per il costo dell’energia elettrica espresso in €/kWh.
Si ottiene, ad esempio, che su una Opel Corsa-e il consumo minimo in ciclo WLTP è di 15,9kWh/100km, stando alle dichiarazioni ufficiali sui consumi. Considerando un prezzo medio per l’energia elettrica di 0,41€/kWh, si calcola che il costo per percorrere 100km con quest’auto elettrica è pari a 6,51€.
15,9kWh/100km x 0,41€/kWh = 6,51€
Tuttavia, chi ha sottoscritto un contratto vantaggioso, magari con il prezzo della componente energia bloccato, può risparmiare qualcosa in più e non è infrequente la possibilità di ricaricare a 0,25€/kWh o 0,30€/kWh. Per la stessa auto che usiamo per gli esempi, la Opel Corsa-e, la ricarica in casa con una tariffa agevolata può attestarsi intorno ai 4,50€.
Ma non è necessario vagare tra i listini dei principali fornitori di energia per trovare il risparmio al centesimo. Come vedremo più avanti, sono presenti altre soluzioni efficaci per ridurre in modo significativo il costo della ricarica di un’auto elettrica.
Il costo della ricarica pubblica
Il discorso cambia se andiamo a considerare le colonnine di ricarica pubbliche che, in ogni caso, richiedono un esborso più alto rispetto alla ricarica domestica, non solo per i maggiori costi di gestione ma anche per la maggiore velocità di ricarica offerta, soprattutto dai modelli DC.
Il costo di una ricarica effettuata presso le colonnine pubbliche va da un minimo di 0,56€/kWh ad un massimo di 0,79€/kWh (circa) per la corrente AC fino a 22kW. Se si sceglie di velocizzare il processo e di ricaricare con maggiore potenza, a patto che il veicolo offra un sistema di ricarica rapida, è possibile salire a potenze più alte come 50kW, 100kW, 150kW e oltre. Ad esempio, la ricarica a consumo fino a 50kW costa fino ad un massimo di 0,89€/kWh.
In questo caso, la formula da considerare è la seguente: il consumo dell’auto in kWh/100km deve essere moltiplicato per il costo dell’energia elettrica espresso in €/kWh.
Si ottiene, ad esempio, che su una Opel Corsa-e il consumo minimo in ciclo WLTP è di 15,9kWh/100km. Considerando un prezzo medio dell’energia elettrica di 0,58€/kWh si calcola che il costo per percorrere 100km con quest’auto elettrica è pari a 9,22€ se si sceglie la ricarica fino a 22kW.
15,9kWh/100km x 0,58€/kWh = 9,22€
Si sale fino a 0,99€/kWh per potenze superiori, sempre in media tra tutti gli operatori sul mercato. Ad esempio, per ricaricare in modo rapido una BMW i4 M50 dal consumo medio di 22,5kWh/100km potrebbero essere necessari circa 20€ per 100km di autonomia.
Il tutto va sempre rapportato all’auto che si guida e alle esigenze in termini di consumi e tempi di ricarica. Infine, c’è da considerare anche il costo per l’occupazione della piattaforma di ricarica: quasi tutti gli operatori attualmente presenti sul territorio nazionale, a fine ricarica, applicano una tariffa per l’occupazione del posto designato in quanto un’auto che rimane parcheggiata non permette ad un successivo cliente di usufruire della piazzola di ricarica.
Per approfondire il tema, può essere molto utile leggere il confronto dei prezzi per la ricarica di auto elettriche.
Gli abbonamenti domestici e pubblici: ecco cosa salva la ricarica
Fortunatamente esistono anche delle soluzioni in abbonamento che aiutano gli automobilisti a risparmiare il più possibile sul rifornimento di energia, al contrario di quanto accade con i carburanti classici. Se, infatti, non è possibile sottoscrivere un abbonamento per la benzina o il diesel, in termini di ricarica elettrica, i provider rendono disponibili i cosiddetti abbonamenti flat che garantiscono un notevole risparmio.
Gli abbonamenti esistono anche per la ricarica domestica e permettono di abbattere ancora di più i costi di gestione.
Diverso è il caso in cui si può contare sulla ricarica tramite pannello fotovoltaico: se la propria abitazione, il proprio ufficio o il proprio condominio integra dei pannelli fotovoltaici destinati alla produzione di energia, il costo scende ulteriormente e, in caso di impianti grandi e particolarmente efficienti, si può arrivare a guidare a costo totalmente zero, esclusa ovviamente la manutenzione e i costi di gestione necessari a utilizzare l’auto, seppur minori rispetto alle auto tradizionali.
Per fare un rapido confronto, la stessa Opel Corsa in versione benzina, diesel ed elettrica può costare, per 100km, da circa 3€ ad oltre 15€, sui prezzi medi visti nell’anno precedente. Chiaramente, per brevità, abbiamo preso in considerazione una media semplificata di tutto il panorama. Basterà fare le proprie valutazioni in base all’auto, alle proprie esigenze e ai fornitori di energia che si preferiscono.
Articolo in collaborazione con InElettrico.com.