Spesso per fare il passaggio di proprietà ci si rivolge ad agenzie specializzate o ai concessionari in grado di curare al nostro posto questa noiosa incombenza.
Tuttavia, quanto sopra non significa che non si possa procedere con un passaggio di proprietà auto fai da te, seguendo queste poche e semplici indicazioni.
Come funziona e quali documenti servono
Il passaggio di proprietà è un’operazione che i rende necessaria ogni volta che si compravende un veicolo. Generalmente, il funzionamento del passaggio di proprietà si articola nelle seguenti fasi:
- è necessario autenticare la firma del venditore sull’atto di vendita,
- bisogna registrare il passaggio di proprietà entro 60 giorni dall’autenticazione della firma all’ACI, che a sua volta rilascerà il certificato di proprietà digitale aggiornato;
- è infine necessario richiedere alla Motorizzazione civile l’aggiornamento della carta di circolazione.
Autenticazione della firma
Dunque, il primo step che bisogna fare è quello di autenticare la firma. Per far ciò è sufficiente rivolgersi a:
- Sportello telematico dell’automobilista,
- Pubblico registro automobilistico,
- Uffici della Motorizzazione,
- ACI,
- Uffici comunali,
- Notai.
Naturalmente, il ricorso ai notai è quello meno consigliabile. E non certo per la professionalità che questi pubblici ufficiali possono proporre! Il nostro riferimento è invece legato esclusivamente al costo, considerato che l’onorario del notaio sarà sicuramente maggiore rispetto alla possibilità di ricorrere ai punti precedenti.
Richiesta del passaggio di proprietà
Si può dunque procedere alla richiesta del passaggio di proprietà, che può essere effettuato contestualmente o subito dopo l’autenticazione della firma.
Per poter effettuare questa procedura è necessario che il venditore presenti alcuni documenti quali:
- carta di identità,
- certificato di proprietà del veicolo,
- marca da bollo del valore di 16 euro,
- 0,52 euro di diritti di segreteria.
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Quanto costa
Per quanto attiene i costi, questi dipendono essenzialmente dal possesso o meno del certificato di proprietà. Nel caso in cui si abbia tale certificato, gli oneri evidentemente scenderanno di qualcosa, fermo restando che bisognerà pagare:
- l’Imposta provinciale di trascrizione, il cui importo è variabile in base alla provincia di residenza e dei kilowatt;
- emolumenti ACI, per un costo di 27 euro;
- imposta di bollo per la registrazione al Pubblico registro automobilistico pari a 32 euro, con certificato di proprietà, e pari a 48 euro, se non si ha il certificato;
- Diritti del Dipartimento trasporti terrestri, pari a 10,20 euro;
- Imposta di bollo per aggiornamento della Carta di circolazione per 16 euro.
Esistono infine alcune categorie di veicoli che non pagano l’Imposta provinciale. Si tratta di motocicli non d’epoca, minivolture (vendita da privato a concessionario), categorie di disabili ex artt. 8 l. 449/97 e 30 co. 7, l. 388/00 e le associazioni id volontariato. I veicoli storici e quelli speciali hanno invece diritto a una riduzione dell’Imposta.
Superata anche questa fase di richiesta del passaggio di proprietà, occorrerà, entro 60 giorni, presentare tutta la documentazione raccolta al Pubblico registro automobilistico, che rilascerà un nuovo certificato di proprietà aggiornato, con l’adesivo che andrà apposto sulla carta di circolazione.
Attenzione: fino a quando tutte le operazioni non verranno completate, come sopra indicato, il veicolo risulterà a nome del vecchio proprietario, anche se – magari – nella sostanza si è già provveduto a trasferire il possesso.
Ricordiamo da ultimo che dal 1 luglio 2018 è in vigore il documento unico di circolazione, un documento che vede accorpati il libretto e il certificato di proprietà, che accompagnerà i veicoli nuovi. Quelli già immatricolati, invece, rimarranno così come sono, senza bisogno di variazioni.
Per maggiori informazioni consigliamo tutti coloro i quali volessero degli approfondimenti a contattare i competenti uffici dell’ACI o della Motorizzazione civile.