Pignoramento auto: la situazione aggiornata con esempi pratici in cui spieghiamo come si pignora un’auto, gli estremi e tutto il meccanismo di recupero crediti mediante il pignoramento della macchina.
Le ultime novità in ambito di pignoramento auto risalgono allo scorso 6 novembre 2014, quando il Parlamento ha introdotto importanti novità per rendere più facile il pignoramento di auto, moto e rimorchi così da agevolare il recupero crediti.
Proprio come previsto dalla legge fino a oggi, chi vuole pignorare un’automobile dovrà munirsi di un titolo esecutivo come, per esempio, un decreto ingiuntivo, una sentenza o una cambiale che possa rendere esecutivo il recupero del credito insoluto.
Come pignorare un’auto o una moto, la vecchia procedura
Fino a oggi, per pignorare un’auto bisognava inoltrare la richiesta di pignoramento all’Ufficiale Giudiziario del Tribunale del luogo in cui si trovava la vettura da pignorare. In altre parole, se il debitore era di Milano e la vettura era parcheggiata a Roma, il creditore doveva rivolgere la richiesta di pignoramento al Tribunale di Roma.
Con la vecchia procedura, per evitare il pignoramento auto, il debitore poteva benissimo non farsi trovare o spostare la vettura in un’altra proprietà non di sua appartenenza infatti, l’Ufficiale Giudiziario, a seconda delle indicazioni fornite dal creditore, si poteva recare presso la casa o altri luoghi appartenenti al debitore ma se non rinveniva la presenza del debitore, non poteva eseguire alcun pignoramento.
Ancora, se la vettura del debitore era parcheggiata in un garage di terzi o in luoghi diversi da quelli appartenenti dal debitore, il creditore doveva ottenere una preventiva autorizzazione dal Presidente del Tribunale competente. Nella pratica, fino a oggi erano davvero poche le auto o le moto pignorate proprio perché il debitore non si faceva trovare al proprio domicilio, così l’Ufficiale Giudiziario non poteva proseguire con il pignoramento.
Quali sono le ultime novità sul pignoramento auto o moto?
Dal novembre 2014, il creditore dovrà presentare richiesta di pignoramento presso l’Ufficiale Giudiziario del Tribunale del luogo in cui il debitore ha la residenza, la dimora, il domicilio o la sede legale.
Con questa semplice novità si aprono prospettive interessanti a favore del creditore che potrà fare riferimento a un unico ufficiale giudiziario, a prescindere dal luogo in cui si trova il bene da pignorare.
La novità più importante è che da oggi per far valere un pignoramento, basterà la semplice notifica dell’atto scritto al debitore.
Con il provvedimento dello scorso novembre 2014, il pignoramento si esegue mediante la notifica al debitore e successiva trascrizione di un atto scritto che contiene l’intimazione rivolta al debitore di consegnare, entro 10 giorni, l’auto pignorata e i relativi documenti. I documenti e la stessa auto pignorata dovranno essere consegnati all’Istituto Vendite Giudiziarie entro 10 giorni dalla notifica scritta.
Cosa succede se non si consegna l’auto pignorata?
Se un debitore è a rischio pignoramento farebbe bene a vendere immediatamente i suoi beni o a provvedere a un passaggio di proprietà prima della notifica del pignoramento.
Quando scatta la notifica, il debitore non può circolare liberamente con la vettura pignorata in quanto non più in suo possesso: se viene colto a circolare con l’auto pignorata (con un semplice controllo da parte delle autorità competenti come polizia, carabinieri…), le autorità procederanno con il sequestro del mezzo e la consegna all’Istituto vendite Giudiziarie.
Cosa può fare il debitore per impedire il pignoramento auto?
Il debitore potrà chiedere la riduzione del pignoramento quando il valore dei beni pignorati è superiore all’importo delle spese e dei crediti. Il debitore può effettuare opposizione al pignoramento così come descritto nell’articolo Come si pignora un’auto.