Cosa sono i fari, come si differenziano e a cosa servono: tutto ciò che devi sapere sulle luci di posizione, anabbaglianti e abbaglianti
Ogni veicolo è munito di un sistema di illuminazione specifico. Questo consente agli automobilisti di condurre l’auto anche nelle ore di buio o nelle gallerie. Ma cosa sono i fari e perché vanno tenuti accesi?
I fari fanno parte di un complesso impianto elettrico dell’auto composto da tre diverse luci: luci di posizione, anabbaglianti e abbaglianti. Ognuna di queste è adibita ad uno scopo ben preciso e sono soggette a regolamentazione dalle norme del codice della strada. Ecco quali sono le principali differenze.
Differenza tra luci di posizione, anabbaglianti e abbaglianti
Le luci di posizione sono le più flebili e hanno un compito ben definito, ossia quello di segnalare un veicolo durante una sosta o fermo sulla carreggiata durante le ore notturne.
Diversa è invece la funzione dei fari anabbaglianti che da un certo punto di vista sono quelli che ricoprono il ruolo più importante. Infatti, questi hanno il fondamentale compito di illuminare la strada durante la marcia. Con un wattaggio che non disturba gli altri automobilisti alla guida, gli anabbaglianti consentono di condurre il veicolo di notte e in tratti stradali in assenza di visuale ottimale. Ad esempio, i fare accesi sono indispensabili per una guida più sicura in caso di nebbia o pioggia, oppure, nel percorrere le gallerie.
Le luci abbaglianti servono esclusivamente per la segnalazione notturna durante la marcia. La loro funzione è circoscritta all’avvertire un altro conducente per delle situazioni particolari, come lo è anche per l’utilizzo del clacson. Inoltre, in strade extraurbane in assenza di illuminazione pubblica e a scarsa circolazione di traffico è possibile utilizzarli a patto che non vadano ad intralciare la concentrazione alla guida di altri automobilisti. Pertanto, non bisogna abbagliare i veicoli che procedono sulla corsia opposta né seguire a distanza ravvicinata. In questi casi è necessario adoperare gli anabbaglianti.
Come accendere i fari della propria auto
Ogni modello di automobile è caratterizzato da un impianto di illuminazione che può essere attivato comodamente dal cruscotto o, talvolta, dai comandi al volante. Le case costruttrici rendono queste funzionalità facilmente accessibili in modo da garantire all’automobilista un’esperienza ideale.
Negli ultimi anni, grazie ad una tecnologia più innovativa, alcune automobili hanno apportato delle modifiche per consentire di automatizzare i fari accesi. In pratica, selezionando dai comandi l’indicazione “auto” sarà la centralina stessa ad accendere o spegnere le luci ogni qualvolta il motore verrà messo in moto o spento. Così, l’automobilista sarà più tranquillo alla guida sapendo che le luci saranno gestite in autonomia.
Quando tenere i fari accesi in base al codice della strada
Quando tenere i fari accesi? Le norme vigenti del codice della strada specificano che dalle ultime luci prima del tramonto fino all’alba è obbligatorio tenere i fari di posizione e gli anabbaglianti accesi. L’unica differenza sta nel quando adoperarli.
Come già accennato, le prime sono obbligatorie durante le ore notturne per segnalare un veicolo fermo o in sosta così da indicarne la grandezza e la presenza. Mentre, gli anabbaglianti sono obbligatori durante lo stesso lasso di tempo, ma durante la marcia. Questi ultimi vanno tenuti accesi anche durante il giorno in strade extraurbane e autostrade.
Inoltre, secondo il regolamento stradale, è vietato circolare con i fari abbaglianti nei centri urbani così come il loro utilizzo è destinato soltanto alla segnalazione per avvertire un altro conducente di un pericolo o una determinata circostanza.
Il consumo di benzina cresce con i fari accesi
I fari di un’auto sono alimentati dalla corrente elettrica generata dalla batteria. Nel complesso, ogni componente del veicolo funziona attraverso il processo di combustione della benzina. L’energia generata da questa attività innesca diversi meccanismi tra cui anche quello della ricarica della batteria. Per questa ragione, molti si chiedono se il consumo di benzina cresca con i fari accesi. Ma è davvero così?
A conti fatti, accendere i fari dell’auto in media comporta un incremento minimo nel consumo di carburante rispetto a quando sono spenti. Questo significa che in effetti l’elettricità impiegata per l’utilizzo del sistema di illuminazione incide sui consumi reali del veicolo senza comprometterne le prestazioni. Pertanto, i fari accesi non sono un problema per la nostra auto, ma piuttosto un elemento indispensabile per garantire una guida adeguata e secondo le norme di sicurezza.
Lasciare i fari accesi: conseguenze sulla batteria
Se per il consumo di carburante le luci accese non compromettono l’integrità prestazionale della vettura, per quanto riguarda le conseguenze sulla batteria è alquanto impattante. Infatti, lasciare i fari accesi quando il veicolo è spento può portare a degli sviluppi spiacevoli.
Quante volte abbiamo sentito di qualcuno che ha dimenticato i fari accesi e il giorno dopo non è riuscito ad avviare l’auto? Ecco, questo è un evento non tanto inconsueto che accade a tanti automobilisti. Un esempio del genere è la prova lampante di quanto le luci anabbaglianti o perfino soltanto quelle di posizione possano nel giro di cinque o sei ore portare la batteria a zero.
In pratica, si devono tenere i fari accesi per diverse motivazioni, in primis per attenersi alle norme vigenti sul codice della strada, ma anche per aumentare la visibilità alla guida. Tuttavia, come in ogni contesto, anche le luci dell’auto vanno utilizzate in maniera idonea così da non compromettere la concentrazione alla guida degli altri automobilisti.
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