Volano bimassa: cos’è e a cosa serve

Il volano è un disco di acciaio che, nelle auto, ha il principale scopo di collegare la frizione e l’albero motore, garantendo così una trasmissione e regolarizzazione della rotazione di quest’ultimo, e permettendo altresì l’accoppiamento con la frizione.

In sintesi, e senza scendere in eccessivi tecnicismi, il volano accumula la coppia in eccesso nelle fasi “attive” di motore (ovvero, quelle di combustione e di espansione) per poi rilasciarla durante quelle passive. Grazie alla sua azione continua, può regolarizzare il funzionamento del motore, permettendo il suo sostenimento durante l’attività dell’atto.

Dal volano al volano bimassa

Chiarito quanto sopra, ricordiamo come fino agli anni 90 dello scorso secolo, il volano fosse costituito da un unico disco di metallo pieno e il disco frizione fosse dotato di molle, al suo interno, per poter assorbire le vibrazioni eccessive.

Tuttavia, con l’avvento di nuove generazioni di veicoli, dotati della capacità di sviluppare coppie particolarmente elevate, si è reso necessario intervenire pesantemente sul volano, scomponendolo in due parti. Di fatti, le vibrazioni generate dalle nuove auto (come i turbo diesel common rail), se scaricate interamente sulla frizione, avrebbero provocato un serio rischio di rottura dell’elemento.

Si giunge, così, al volano bimassa.

Come intuibile a questo punto dell’approfondimento, nel volano bimassa ci sono due componenti. La prima è avvitata alla flangia dell’albero motore (il c.d. volano primario). La seconda è invece l’elemento su cui preme il disco frizione (il c.d. volano secondario).

Le due parti, pur distinte, sono collegate da un piatto girevole che mantiene fissa la propria distanza, e che consente una rotazione fino a 60 gradi, l’una rispetto all’altra.

Ancora, ricordiamo che sul volano secondario sono posti dei denti che entrano in appositi spazi ricavati sul volano primario, in maniera tale che il volano secondario possa trasmettere il moto dalla prima alla seconda parte del meccanismo. Per poter contenere il rischio di urti al collegamento con la trasmissione, e poterne attutire i movimenti, tra ogni dente e cava viene posta una molla curva.

I vantaggi del volano bimassa

Grazie a quanto sopra abbiamo brevemente condiviso, è possibile generare una serie di vantaggi notevoli per l’auto. Innanzitutto, vengono diminuite drasticamente le vibrazioni generate durante la percorrenza e, pertanto, vi è un maggiore comfort di guida.

È evidente che un simile componente possa però annoverare anche qualche svantaggio. Il malus principale è naturalmente rappresentato dal maggiore costo che è necessario sostenere per poter avere sul proprio veicolo il volano bimassa. Il secondo svantaggio principale è costituito dalla maggiore delicatezza del sistema, che tende a rompersi con maggiore frequenza rispetto al disco unico.

Conclusioni

Da quanto sopra dovrebbe risultare piuttosto evidente che il volano biomassa è stata una importante evoluzione del normale volano, e che negli ultimi 20 anni abbia trovato una crescente diffusione, soprattutto nelle auto che “montano” un motore turbodiesel di grande cubatura, dotati di notevole coppia motrice, che possono trovare ideale soddisfazione in un componente più innovativo.

Ricordiamo infatti che il volano biomassa permette di aumentare il momento di inerzia dell’albero su cui è montato, di regolarizzare la velocità angolare e, dunque, contribuire a un migliore funzionamento del motore.

L’impiego può inoltre ridurre sensibilmente le vibrazioni, e può rendere più fluido l’intervento della frizione. Il risultato sarà un miglioramento sensibile della comodità durante la marcia. Non solo: grazie alla sua maggiore elasticità e leggerezza, il volano biomassa può assorbire in maniera più efficace le oscillazioni e, grazie a tale caratteristica, può incrementare la longevità degli organi della trasmissione.

Suo svantaggio principale è però rappresentato dai maggiori costi che è necessario sostenere per la sua adozione, oltre che alla delicatezza del componente.